Il respiro del cashmere: dalle steppe asiatiche alla maglieria italiana
Il cashmere nasce dove il clima è estremo e la natura detta i tempi. La capra Hircus, originaria delle regioni montuose dell’Asia—con particolare concentrazione tra Mongolia e Mongolia Interna—sviluppa a contatto con la pelle un sottovello finissimo: una peluria leggera e calda che protegge l’animale da inverni lunghi, venti taglienti e temperature sotto lo zero. È da questo strato interno, e non dal pelo esterno più ruvido, che si ottiene la fibra di cashmere.
Quando arriva la fine dell’inverno e il clima si fa più mite, tra marzo e maggio, le capre iniziano a muta spontanea del manto invernale. È in questo momento che i pastori intervengono con pettinature delicate, rispettando i ritmi della natura: niente tagli aggressivi, niente forzature, solo la raccolta del vello che l’animale è pronto a lasciare. Il risultato è una fibra rara per definizione, perché dipende da un equilibrio di stagione, geografia e cura.
Questa rarità si percepisce al tatto: le fibre lunghe e sottili danno vita a filati morbidi, leggeri, termoregolanti. Il cashmere trattiene il calore quando serve e lascia traspirare quando il corpo si scalda, offrendo una qualità di comfort quotidiano che non ha bisogno di effetti speciali. È una tecnologia naturale, affinata da secoli di convivenza tra uomo e paesaggio.
In Italia, la tradizione manifatturiera traduce questa materia in capi essenziali: punti compatti che limitano il pilling, finissaggi accurati che valorizzano mano e caduta. Nella nostra visione—Carlo Alberto Taglie Grandi—il cashmere non è solo un simbolo di pregio: è funzione intelligente applicata alle taglie grandi. La costruzione delle spalle, il bilanciamento dei pesi, l’elasticità del punto e la caduta sul torace sono studiati per liberare il movimento e definire una linea pulita, senza rinunciare alla morbidezza.
Scegliere un capo in cashmere significa scegliere tempo ben speso: un indumento che accompagna le stagioni, che si rigenera con una corretta manutenzione e che migliora indossandolo. Dalle steppe battute dal vento al laboratorio italiano, il filo rimane lo stesso: rispetto per la materia, precisione nel gesto, comfort che si sente.
Perché il cashmere fa la differenza (in breve)
- Termoregolazione naturale: caldo quando serve, traspirante quando ti muovi.
- Morbidezza e leggerezza: mano setosa senza ingombro.
- Durabilità intelligente: punto compatto, minore tendenza al pilling.
- Vestibilità studiata per taglie grandi: caduta pulita, libertà nei movimenti.
Consigli di cura essenziali
Lavare a mano in acqua fredda con poco detergente delicato; non strizzare, tamponare e asciugare in piano. Riporre piegato, non appeso. Così la fibra conserva elasticità e mano nel tempo.

