Bentornati, eccoci con un nuovo articolo; parliamo del velluto: questo fantastico tessuto che va, torna e cambia.
Arriva l’autunno e nei negozi di abbigliamento inizia a spuntare qualche capo in velluto a coste; di solito sono pantaloni marroni, verde bottiglia, o blu ma negli ultimi anni tantissimi colori si sono affacciati su questo splendido tessuto: miele, grigio, rosso, giallo ecc, più raramente le giacche.
La sua storia ha sempre alternato periodi alterni di grande popolarità e di dimenticanza.
Per la sua comodità e praticità sembra che il velluto a coste continuerà a lungo a essere riscoperto e proposto nei negozi, aggiornato al gusto e alle necessità del momento.
Ma per conoscere bene il tessuto è dalla sua storia che bisogna partire.
CENNI STORICI:
Pare che i tessuti “pelosi “ abbiano avuto origine in Oriente; nel II secolo a.C. sembra che il velluto abbia avuto un precursore, un tessuto molto resistente, ed esattamente il fustagno.
Il fustagno è un tessuto pesante e resistente, solitamente fatto con cotone mescolato a lana o lino, con una superficie pelosa ma senza coste in rilievo.
Nel Medioevo il fustagno veniva importato dall’Oriente dai mercanti italiani e si diffuse soprattutto nelle corti per la sua morbidezza, il cotone pregiato e il calore che tratteneva.
Fu associato anche alla Chiesa Cattolica dopo che un abate dell’ordine cistercense stabilì che gli abiti da messa dei preti – fossero in lino o fustagno e non in materiali più costosi.
A Firenze è probabile che nel XIV secolo si facessero già velluti; nei primi del 1400, velluti Fiorentini si esportavano a Londra , Costantinopoli , e vari paesi Europei.
Dalla metà del XVI secolo si iniziò a fabbricarlo ma scarsamente in Regno Unito, a Londra nel Lanca shire e in Irlanda, usando cotone, lana, lino e misto cotone.
Nel frattempo iniziarono a diffondersi versioni più o meno economiche e il fustagno venne parimenti indossato dai regnanti per sport e caccia, dai loro servitori per lavorare all’aperto, e per le uniformi dei soldati, perché era resistente, caldo e si asciugava rapidamente.
Veniva anche usato per gli abiti da signora ed è in questo periodo che in Inghilterra prese il nome di velluto di cotone o corduroy, come è chiamato ancora oggi.
L’Italia fino a tutto il XVIII secolo rifornì tutta L’Europa di velluti per vestiti, per tappezzerie, per rivestire l’interno di portantine e carrozze , ecc.
Fino a che nel 1866, il duca Visconte di Modrone inizia la prima fabbrica di velluto a coste.
QUANTI VARIANTI DI VELLUTO ESISTONO ?
- Velluto riccio
Trama e ordito grosso si incrociano, creando una serie di anelli.
- Velluto unito
Adifferenza del velluto riccio, in quello unito l’anello che viene formato dall’ordito di pelo viene bloccato nello stesso passo e si ottiene un tessuto liscio.
- velluto a coste
O Corduroy, è un tipo di velluto, caratterizzato da coste in rilievo.
La trama presenta scanalature tra le singole righe di tessuto di pelo che danno il nome a questa tessitura increspata, detta “a coste”
Come dicevamo all’inizio il velluto si propone, sparisce, torna , e anche questo inverno fa la sua comparsa, e si utilizza senza troppi problemi.
Il velluto che sia pantalone o giacca si può accostare con altri tessuti; ovviamente va seguito lo stile che si desidera usare per non creare outfit senza senso.
Senza dubbio, il velluto a coste conferisce un’ aspetto più sportivo.
Il pantalone diventa un must e anche se rimane nell’armadio per un pò, perché in un determinato periodo non di moda, il velluto torna, per poi sparire di nuovo e poi riproporsi ancora.
La calzatura che si consiglia di utilizzare è una Brogue in pelle o scamosciata tendenzialmente sul marrone , vanno bene anche le Sneakers, e le Desert Boot, da escludere le scarpe formali.
Il velluto è un ottimo tessuto per “taglie grandi” proprio per la sua innata resistenza.
Bene siamo arrivati al termine, spero che vi sia piaciuto questo articolo, e che vi possano tornare utili tutti i consigli dati.
Ciao a tutti e alla prossima.
Commenti chiusi